Ci sono sostanzialmente quattro fasi che permettono a un condizionatore di funzionare, come spiegato nel dettaglio di seguito

Prima fase: prelievo dell’aria

La prima fase prevede il prelievo dell’aria dall’esterno. C’è una ventola posizionata fuori dalla casa che risucchia l’aria. È bene studiare con cura la posizione dell’unità esterna poiché l’aria dovrebbe esser più fresca possibile. Sono quindi da evitare i luoghi esposti al sole e preferire invece quelli a nord e all’ombra. Se non si posiziona bene la parte esterna. Il condizionatore dovrà fare molta fatica e usare tante elettricità per raffreddare l’aria. L’ideale è sistemarlo al di sotto del balcone di quelli che abitano sopra per sfruttare per questa zona d’ombra.

Seconda fase: purificazione

Il secondo step riguarda la purificazione del getto di aria che viene fatto passare attraverso un filtro polarizzato a nido d’ape. Grazie alla sua struttura, il filtro trattine tutto lo sporco contenuto nell’aria: polvere, polline, pulviscolo e altre particelle così da respirare dell’aria pulitissima.

È però essenziale chiamare con regolarità il tecnico della manutenzione e assistenza condizionatori Mitsubishi a Milano perché sostituta i filtri che sono un ambiente favorevole alla proliferazione del batterio della legionella, assai pericoloso. Questo batterio cresce nel filtro e poi viene trasportato fuori da minuscole goccioline di condensa e può causare anche danni gravi nei soggetti già compromessi.

Terza fase: raffrenamento

La terza fase è quella cruciale che riduce la temperatura dell’aria presa da fuori. Per raffreddare il getto d’aria, passa in una serpentina con del gas refrigerante. Il tecnico della manutenzione e assistenza condizionatori Mitsubishi a Milano deve periodicamente ricaricare il gas altrimenti il condizionatore va a vuoto.

Quarta fase: emissione

L’ultima fase è quella che vede finalmente uscire dal corpo centrale del condizionatore un getto di aria fresca che dona sollievo dal caldo estivo. È fondamentale che il condizionare sia posizionato in modo che il getto non colpisca in modo diretto le persone che altrimenti potrebbero avere dei malanni. Si parla soprattutto di contratture muscolari, sindromi da raffreddamento e anche crampi addoniamoli.

Di Editore